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Calizzano

Il santuario di Nostra Signora delle Grazie (o Madonna delle Grazie)

Il Santuario di Nostra Signora delle Grazie è stato, per secoli, meta di pellegrinaggio grazie all'antica icona della Madonna che allatta il Bambino, celebrata annualmente con una partecipata processione. Questo luogo, inizialmente chiesa parrocchiale, è stato rifugio per i viaggiatori e punto strategico di difesa nel corso dei secoli, e nel superstite portico esterno ospita una preziosa testimonianza della pittura tardogotica locale, attribuita al rinomato Maestro di Roccaverano.

Sulla strada tra Calizzano e Finale Ligure, in provincia di Savona, su un’altura a ovest del fiume Bormida, si erge accanto al cimitero il Santuario di Nostra Signora delle Grazie (o della Madonna delle Grazie), altrimenti l’antica parrocchiale della comunità. Invero il paese di Calizzano si trova all’incrocio di importanti vie di comunicazione, che dai porti di Albenga e Savona risalgono verso le colline piemontesi delle Langhe e poi proseguono in direzione dei mercati di Torino, Carmagnola e Racconigi, ma è anche sulle rotte dei più frequentati pellegrinaggi.

Il santuario di Nostra Signora delle Grazie (o Madonna delle Grazie)

L’antica parrocchiale era intitolata in origine a Santa Maria ed è elencata già in epoca altomedievale tra le proprietà dei monaci benedettini di San Pietro di Varatella, nella valle di Toirano, non molto distante. La prima attestazione si fa risalire a una voce presente nella Cronaca della stessa abbazia, ma successivamente la giurisdizione è del vescovo di Albenga e infine passa al complesso abbaziale dei Santi Pietro e Paolo di Ferrania. Ancora nel corso del Cinquecento la chiesa è ricordata con l’intitolazione alla Beata Maria, sempre legata a Ferrania, ed è detta «extra locum» (al di fuori del luogo abitato): infatti oramai i sacramenti sono officiati nella nuova parrocchiale sito nel borgo al di là della Bormida, sotto il titolo di San Lorenzo.  

Si trattava in origine di una modesta cappella che fungeva da rifugio e da punto di approdo per i viandanti che transitavano lungo le vie di pellegrinaggio e di scambio commerciale. La pieve risultava essere anche un punto strategico di difesa dei Del Carretto, i signori del luogo a partire dal Duecento, che controllavano i valichi di passaggio da e verso il Piemonte e i cui resti del maniero difensivo si possono ancora oggi ammirare in cima al paese di Calizzano, dall’altra parte del fiume Bormida.

La prima chiesa parrocchiale si presenta oggi in parte modificata nel suo impianto architettonico e decorativo, ma conserva fortunatamente all’estremità sinistra della facciata un piccolo porticato, a base quadrata, le cui volte sono state interamente affrescate da un anonimo pittore conosciuto nella letteratura scientifica come il Maestro di Roccaverano, il quale lascia anche qui una traccia del suo operato errante. 

Con l’aiuto della sua bottega, l’anonimo pittore riporta in uno spazio ristretto il soggetto del Giudizio universale. Le quattro lunette svelano le rappresentazioni del Cristo in mandorla, assiso e con la mano destra alzata, assistito devozionalmente da un gruppo di Sante e dalla presenza di San Giovanni Battista con altri Santi, vestiti di armatura e vessilli militari.

Dirimpetto al Cristo si svolge la scena che correda il giudizio divino con il San Michele Arcangelo nell’atto di pesare le anime, accompagnato da un angelo e un diavolo (quest’ultimo ormai irriconoscibile per le cadute del colore).

 Il racconto iconografico è arricchito da una serie di elementi decorativi, come l’utilizzo di apparati decorativi “a foglia di lattuga” e festoni variopinti per incorniciare le scene e la struttura voltata, unitamente alla scelta di specifiche e ristrette tonalità di pigmenti e alla predilezione per una tipologia del vestiario e delle capigliature, che permettono di individuare l’operato artistico di questo anonimo pittore e della sua bottega, come fossero dei “marchi di fabbrica”, anche in altri beni della Bormida Gotica

Ai piedi dei Santi compaiono gruppi di figure incappucciate in atto di penitenza, alcune delle quali mostrano le spalle insanguinate come conseguenza dell’autoflagellazione. Alla devozione di San Giovanni Battista è infatti dedicato il vicino oratorio dei Disciplinanti Bianchi, un’associazione laica con funzioni assistenziali molto diffusa nel basso medioevo. La loro presenza in questo affresco, che è circoscrivibile per via stilistica tra gli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento, testimonia l’attività assistenziale dei Disciplinanti prima che i documenti della confraternita stessa finora abbiano potuto darne riscontro.

Il Santuario di Nostra Signora delle Grazie è da secoli meta di pellegrinaggio per l’icona della Madonna che allatta il Bambino, celebrata ogni anno il 2 luglio con una sentita e partecipata processione.

È singolare la rilevanza di questa antica icona che da secoli mantiene intatta la sua forza attrattiva sia nei pellegrini che negli studiosi, pur tra mille vicissitudini: l’immagine, in origine inglobata in una colonna della chiesa, è scampata all’incendio appiccato dalle truppe napoleoniche durante la ritirata verso il Piemonte e alle successive ricostruzioni che hanno reso quasi irriconoscibile l’aspetto medievale dell’edificio. 

Sotto il portico dell’antica pieve di Santa Maria si stipulavano accordi tra le signorie locali e si risolvevano contenziosi tra la comunità e la canonica, come all’inizio del XIV secolo quando gli uomini di Calizzano firmano la sottomissione all’Abbazia di Ferrania. 

Sulla riva opposta del fiume Bormida, all’interno del borgo medievale di Calizzano, un altro portico fu sede delle dinamiche della vita cittadina: si trattava di quello della chiesa di San Lorenzo, primitiva cappella gentilizia carrettesca, che ospitò nel 1444 la stipula delle Convenzioni tra gli uomini di Calizzano e i feudatari. Un atto di fedeltà e di conferma dei privilegi dei marchesi, ma al contempo di concessione di nuove prerogative e libertà alla comunità, che poteva così servirsi dei forni, pescare dal fiume Bormida e utilizzare le sue acque per irrigare i campi senza il pagamento di franchigie. 

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